martedì 30 maggio 2017

"Smilace e Croco"

bavarese allo zafferano

... si narra della ninfa Smilace, eternamente radiosa, 
alla quale piaceva stare col giovane Croco;
un bel giorno si stizzì e lo trasformò 
in un piccolo fiore violaceo dal cuore di fuoco ...


INGREDIENTI
(per circa 20 vasetti da 80 ml/cad) 
  • Per il crumble alla nocciola
  • 100  g di burro morbido
  •  50  g di zucchero semolato
  • 60  g di farina di nocciole
  • 120 g di farina 00 debole
  • Per la bagna all'amarena
  • 100 ml di acqua
  • 135 g di zucchero semolato
  •  30 ml di sciroppo di amarena
  • Per la bavarese allo zafferano
  • 375 g di latte fresco
  •     3 g di zafferano in polvere
  •   75 g di zucchero semolato
  • 120 g di tuorli
  •   15 g di colla di pesce
  • 300 g di panna fresca 
  • Per decorare/impiattare
  • qb granella di nocciola
  • 20 nocciole tostate o pralinate
  • 20 amarene sciroppate  

PREPARAZIONE

Per il crumble alla nocciola
In planetaria (dopo aver applicato la foglia) monto burro e zucchero, aggiungo le farine setacciate e amalgamate fra loro. Le polveri vanno unite in un sol colpo ed il composto deve essere lavorato poco, il risultato dovrà essere di una frolla scomposta, sbriciolata:
un crumble appunto!

Il crumble altro non è che una pasta frolla sbriciolata 
ideale come "fondo" per diverse preparazioni.
Impiegata naturalmente o con una bagna come in questa preparazione.
Ci permette, soprattutto con le preparazioni cremose 
(mousse, bavaresi e semifreddi) 
di avere una parte croccante per esaltare il dolce. 

Disponiamo il composto, così sbriciolato, sulla placca da forno opportunamente coperta da carta-forno. 
Il forno dovrà essere preriscaldato a 180°C 
Inforniamo e portiamo a 160°C per circa 10-12 minuti.
Una volta sfornato lo lasciamo riposare a temperatura ambiente. Diventerà bello croccante.

Potrebbe succedere che il composto, in fase di lavorazione, 
non rimanga sbriciolato ma diventi un composto uniforme.
Nessun problema!
Prendiamo uno schiaccia patate e ne ricaviamo dei begli spaghetti.
Se la forza delle braccia vi ha abbandonato nessuna paura.
Congeliamo per un poco il composto e, tolto dal congelatore, lo riduciamo in briciole con l'aiuto della grattugia.
:-)


Per la bagna all'amarena
Preparo la bagna portando a bollore l'acqua e lo zucchero.
Arresto il fuoco a 100°C in modo da ottenere uno sciroppo di 30 be
Quando lo sciroppo è freddo unisco lo sciroppo d'amarena. Otterremo così una bagna non alcolica.

Per la bavarese allo zafferano
La particolarità di questa bavarese, oltre al brillante colore giallo oro,
è il gusto piacevole dello zafferano, esso, come tutte le spezie, 
deve essere impiegato in modo corretto in modo da esaltare il più possibile il dolce.
La polvere di zafferano deve essere messa in un liquido
per almeno mezz'ora prima di essere impiegata.
Nel nostro caso la poniamo direttamente nel latte.

Trascorsa la mezz'ora di ammollo, poniamo sul fuoco il latte con lo zafferano e lo portiamo in temperatura.
A parte creiamo un pastello con tuorli e zucchero. Lo versiamo a filo sul latte e amalgamiamo il composto con l'aiuto della frusta. Continuiamo a mescolare la nostra crema inglese con la frusta sino al raggiungimento di 82°C.
Spegniamo e togliamo immediatamente dal fuoco.
La crema inglese dovrà risultare perfettamente omogenea, liscia, priva di grumi.

Se così non fosse significa che siamo andati oltre con la temperatura
ed è "impazzita", perché i tuorli sono cotti eccessivamente,
possiamo rimediare passandola velocemente con il frullatore ad immersione.

Se sprovvisti di termometro si può considerare pronta la crema inglese quando,
immergendo un cucchiaio di legno nella crema, 
una volta tolto rimane velato di crema.

A questo punto lasciamo scendere un poco la temperatura e, quando siamo a circa 60°C incorporiamo la gelatina e la amalgamiamo velocemente con la frusta.

La gelatina, o comunemente detta "colla di pesce", è un addensante.
Per utilizzarla deve essere lasciata in ammollo in un liquido,
generalmente acqua, sino a che si presenta morbida.
Il miglior uso è lasciare assorbire alla gelatina
 una quantità di liquido pari a 5 volte il peso della gelatina stessa.
Per essere certi di un buon risultato è pratico pesare il liquido
e lasciare immersa la gelatina sino a completo assorbimento dello stesso.
A quel punto la gelatina è pronta e, se dimenticata, 
non può assorbire quantità superiori e quindi danneggiarsi. 
Inoltre la gelatina deve essere cotta.
Nel nostro caso sfruttiamo la temperatura della crema inglese.


Siamo al passaggio finale. 
Montiamo la panna ma non completamente, infatti quando la andiamo ad unire al composto parzialmente si smonterà quindi la montiamo circa al 70%
Ora, con l'aiuto della frusta incorporiamo la panna semi-montata alla crema inglese.
il composto dovrà risultare omogeneo.

Il modo migliore per ottenere una perfetta bavarese è avere due cortezze:
- Uniformare le temperature
- Alleggerire le masse
Il primo significa che la panna semi-montata,
che viene montata appena tolta dal frigorifero e quindi a +4°C 
non potrà essere subito unita alla crema inglese che sarà a circa 50°C ,
quando abbiamo unito la gelatina. 
Attenderemo quindi che la crema inglese raggiunga circa la temperatura ambiente e così pure la panna montata.
Quando invece parliamo di alleggerimento delle masse consideriamo il fatto che dobbiamo uniformare due composti con consistenze diverse, l'ideale è procedere per step. Incorporiamo un poco di crema inglese alla panna semi-montata rendendola più fluida e solo a quel punto incorporiamo a step la panna semi-montata alla crema inglese. 
Più semplice a farsi che a dirsi!

Ecco pronta la nostra bavarese allo zafferano!

La bavarese altro non è che una preparazione a base di 
crema inglese + "gusto" + panna semi-montata 
e ovviamente della gelatina.
L'unico apporto di aria è dato dalla panna semi-montata,
al taglio (o al cucchiaio)  il dolce sarà compatto.
Generalmente la bavarese si serve a +4°C


Eccoci pronti per la fase finale.
In ogni vasetto dispongo circa due cucchiaini da caffè di crumble
Con un flacone dal beccuccio sottile bagno il crumble con la bagna all'amarena.
La giusta quantità, oltre al gusto personale, è data da un risultato che deve dare un crumble bagnato ma non inzuppato, al palato dovremo trovare una consistenza croccante e solo leggermente umida. Rendiamo lo strato compatto ed uniforme, io utilizzo il pressa-caffè!
Poniamo in abbattitore positivo (+4°C) i vasetti in modo che quando poi andiamo a dressare nei vasetti la bavarese il crumble rimanga perfettamente sul fondo e in uno strato uniforme.
Per dressare la bavarese è preferibile porla in una brocca con beccuccio in modo che non "sporchiamo" tutti i vasetti.
I vasetti possono essere riempiti sino quasi al bordo. Teniamo conto di poter poi adagiare le decorazioni.
Una volta riempiti i vasetti vanno nuovamente posti in abbattitore positivo sino al momento di servire.


Io ho scelto questa decorazione:
una nocciola tostata oppure pralinata, 
un poco di granella di nocciola
a piacere una amarena sciroppata per richiamare il gusto della bagna.
Così, quando ammiriamo il nostro vasetto,
l'occhio già conosce i gusti che il palato si presta a gustare.
Unica piacevole sorpresa sarà lo zafferano:
una tenera pozione d'amore!

Se siete alle prese con una cena o un evento che vi impegna per molte preparazioni è possibile congelare le bavaresi (prive di decorazione) e, qualche ora prima dell'evento, togliamo i vasetti dal congelatore e decoriamo e poniamo in frigorifero per raggiungere la giusta consistenza/temperatura di servizio.
Chiaramente questo tempo varia in funzione della grandezza dei vasetti/bicchieri/monoporzioni.



CONSERVAZIONE/SERVIRE

Le bavaresi vanno conservati in frigorifero a +4°C.
E' possibile congelarle e provvedere poi a guarnirle e lasciarle a +4°C il tempo opportuno di raggiungere la giusta consistenza.



Su di voi cureti, generati dalla copiosa pioggia,
e su di te, o Croco, mutato insieme con Smilace in piccolo fiore,
su queste leggende io taccio,
avvinto nell'animo con la soavità del nuovo.
(Ovidio, Metamorfosi, libro IV) 


Si narra di una ninfa, Smilace, 
eternamente giovane e radiosa, si narra che danzasse con le amiche.
Si narra del giovano Croco,
 si narra della sue esitazione dinnanzi a tale bellezza,
si narra del suo essere impacciato.

Si narra di Croco che ogni giorno si reca nel bosco
vagando in cerca di Smilace,
si narra che ne usciva ogni volta stregato,
si narra di Smilace venerata da quell'uomo,
...ma arrivò il giorno che Smilace  si stancò del giovane.

Croco continuò a cercarla.
Si narra che Smilace si stizzì
si adoperò in una trasformazione:
Croco divenne uno splendido fiore violaceo dal cuore di fuoco.



Eccoli qui di nuovo
Smilace e Croco racchiusi in un vaso per sempre
Smilace radiosa amarena e Croco delicato zafferano.

venerdì 19 maggio 2017

"CUORE NERO"

frollini cacao e nocciole

...cuori di cacao, neri come la notte, 
ripieni di dolci sogni all'arancia... 


INGREDIENTI (per circa 1 kg di biscotti)
  • Per la frolla al cacao e nocciole
  • 280 g di burro a temperatura ambiente
  • 180 g di zucchero a velo
  •      2 g di sale
  •     5 g di vaniglia in polvere 
  •   60 g di albume
  • 450 g di farina debole setacciata
  •   25 g di cacao setacciato
  • 160 g di nocciole frullate finemente
  • Per farcire
  • qb marmellata di arance
  • Per decorare/impiattare
  • qb zucchero a velo
 


PREPARAZIONE

Per la frolla al cacao e nocciole
In planetaria (dopo aver applicato la frusta) monto burro,  zucchero a velo, sale e la polvere di vaniglia. 


Quest'ultima la incorporo al burro per avere la massima resa.
E' importante che le spezie siano incorporate in abbinamento ad un grasso, 
sia questo burro, olio, tuorlo d'uovo,...
questo fa si che la piccola quantità di spezie
ci dia la massima propagazione nel preparato.

Il composto deve assumere una consistenza cremosa.
A questo punto il nostro impasto può essere ridotto in un panetto dello spessore di uno/due centimetri, lo si avvolge con la pellicola e lo si abbatte a +4°C

In mancanza dell'abbattitore è possibile 
preparare l'impasto il giorno precedente 
e lasciarlo tutta la notte in frigorifero.

A questo punto incorporo a filo gli albumi introducendoli direttamente dal tubo alimentatore mentre il composto continua a montare in planetaria. 
A parte setaccio il cacao e la farina, unisco la farina di nocciole e amalgamo fra loro le polveri.
Sulla planetaria ora monto la foglia, verso in un sol colpo le polveri  e aziono la planetaria avendo cura di non lavorare troppo l'impasto.
Non abbiamo bisogno di creare la maglia glutinica, biscotti dovranno essere scioglievoli ma croccanti. Proprio per renderli croccanti, questa ricetta prevede di impiegare solo l'albume e non le uova intere.
Ora è possibile stendere l'impasto: l'ideale è farlo con la sfogliatrice per avere uno spessore uniforme e quindi una cottura perfetta dei biscotti, in alternativa io lo stendo con la macchina per la pasta o il mattarello.
Cerco di ottenere uno spessore uniforme di 3-4 mm

Con lo stampo ricavo dei biscotti a forma di cuore e li adagio man mano sulla teglia rivestita di carta-forno avendo cura di lasciarli distanziati fra loro per impedire che si uniscano fra loro in cottura.
Inforno i biscotti per 10-12 minuti.
Il tempo varia in base allo spessore del biscotto.
Tolti dal forno devono risultare ancora morbidi, sarà con il raffreddamento che assumono la giusta consistenza.
Il forno dovrà essere preriscaldato a 170°C (forno statico)
Una volta sfornati i biscotti vanno lasciati raffreddare a temperatura ambiente in modo naturale.




I cuori neri possono essere serviti così 
oppure spolverati con zucchero a velo 
oppure accoppiati e farciti con marmellata di arance.

In questo ultimo caso si capovolgono la metà dei biscotti realizzati e, con l'aiuto di una sac a poche, si dressa, su ogni biscotto, la marmellata avendo cura di lasciare libero il bordo per circa 4-5 mm; con gli altri biscotti andiamo ad accoppiare i cuori neri.
Dopo averli adagiati su un piatto li possiamo spolverare con zucchero a velo.


Il connubio cacao amaro e arancia è senza dubbio sublime


CONSERVAZIONE/SERVIRE

I cuori neri (farciti) vanno conservati in frigorifero ma gustati a temperatura ambiente.
E' preferibile farcire solo quelli che si vogliono consumare in giornata.
Quelli senza farcitura (con o senza zucchero a velo) si conservano per 3 mesi in scatole di latta o vasi di vetro a temperatura ambiente.


...E' simpatico pensare come, a volte, ci si ritrova a leggere un libro per caso,
come ci si può innamorare di quello che troviamo narrato, 
come possiamo trovarci ispirazione, nozioni, motivi di crescita, 
stimoli per andare avanti in una direzione e, a volte, 
molto di quello che anche noi viviamo, cerchiamo, pensiamo, 
ma magari non siamo così bravi a metterlo su carta.
Uno di questi libri è 

La Fisiologia del Gusto

di J.A. Brillant Savarin


Quando ho pensato di dar vita a questo blog 
ho focalizzato l'attenzione su quello che volevo in qualche modo "raccontare".
Pensare che poteva essere un blog di pasticceria fine a se stesso
mi sembrava un gesto riduttivo,
innanzitutto perché le mie conoscenze in pasticceria erano, e sono,
davvero ancora ad un livello base;
poi perché volevo ci fossero altri elementi che potessero prendere vita,
altri aspetti che potessero colorare queste pagine.



Ho pensato a come spesso si sottovalutano i diversi modi con cui si gusta un cibo,
quindi ho pensato ai sensi ed al loro compito di "accompagnarci" a gustare un cibo,
soprattutto un dolce.


La vista:
e quindi gli occhi che voluttuosi cercano i colori accattivanti, 
le forme piacevoli, gli impiattamenti simpatici se non addirittura artistici,
 a tratti sorprendentemente minimalisti, 
con contrasti di colori, giochi di consistenze; 
polveri, granelle, creme, 
che giocano fra loro per invitarci a prendere parte al banchetto.

L'olfatto:

i profumi che pervadono e stimolano il nostro desiderio 
di conoscerne anche il gusto di quanto stiamo ammirando,
profumi di spezie, intensi, dolci, amari;
profumi che ci rapiscono e ci stregano.

L'udito:

i suoni che sprigionano le stoviglie 
mentre prepariamo il nostro boccone prelibato,
i suoni che provengono dal laboratorio per dare vita al dolce
Musica soave di invito al banchetto.

Il tatto:

le diverse consistenze che sfiorano le nostre dita, 
niente di più bello che mangiare un mignon con le mani, 
sentire la sfoglia fragile fra le dita,
una frolla pronta per sbriciolarsi delicatamente
la consistenza vellutata di una crema.

Il gusto:

il più importante di tutti 
Non ci riempirebbe di tante soddisfazioni se non abbinato agli altri sensi.
Provate a gustare un dolce ad occhi chiusi, col naso tappato.
Una differenza abissale, quasi impossibile stabilire quello che stiamo mangiando,
con la mancanza della vista che riconosce le forme e i colori delle preparazioni, 
o con la mancanza del profumo che rende tutto uguale a se stesso.


Poi ho pensato all'arte nelle sue forme più svariate 
che si esercitano e si "gustano" anch'esse attraverso i sensi: 
la pittura, la scultura, la musica, la scrittura,

l'arte della pasticceria
fatta di spezie, di profumi, di colori...

Poi volevo ci fosse, a cornice di tutto questo, un luogo a me tanto caro: 
il Perù coi suoi suoni, profumi, luoghi, persone, colori, ...
cornice che è anche lo sfondo di questo blog


Altro non ho potuto fare che rimanere incantata
da quanto già scritto in seconda di copertina di questo libro:

"Nel considerare i piaceri della tavola
sotto i più diversi aspetti,
m'ero reso conto da tempo che in questo campo
c'era da fare qualcosa di meglio di un semplice libro di cucina,
e che molto si poteva dire su funzioni così essenziali,
così continue e che influiscono
così direttamente sulla salute, sulla felicità e persino sugli affari.
Una volta stabilità quest'idea madre,
tutto il resto è venuto da se:
mi sono guardato intorno, ho preso appunti, e spesso,
in mezzo ai più sontuosi banchetti,
il piacere di osservare mi ha salvato dalla noia conviviale.
Certo, per tener fede agli impegni che m'ero prefissato,
ho dovuto improvvisarmi fisico, chimico, fisiologo
e persino,in una certa misura erudito"

Pubblicata anonima nel 1825, la Fisiologia del gusto alterna a riflessioni sui cinque sensi, descrizioni e aneddoti, digressioni filosofiche e di costume, notazioni scientifiche.
Uno spirito di osservazione e curiosità che lo ha portato ad essere,
Impareggiabile "homme d'esprit", secondo la definizione di Balzac, 
Brillant Savarin, del cibo non coglie tanto l'aspetto edonistico 
ma soprattutto quello sociale 
ed è questo che rende la sua opera così moderna.

Un uomo,vissuto dal 1755 al 1826
magistrato, diplomatico, musicista,
rifugiato a Losanna e poi a New York,
Consigliere alla Corte di Cassazione in Fancia.
Scrisse saggi di carattere giuridico ed economico,
ma la grande sorpresa, un anno prima della morte,
con la pubblicazione di

La Fisiologia del Gusto

Difficile farne un sunto, difficile scegliere i passaggi più interessanti,
in un uomo che decide di scrivere questo libro

"limitandomi a riordinare materiale raccolto da un pezzo;
è un occupazione piacevole, che avevo tenuta in serbo per la vecchiaia"

Difficile descrivere la sorpresa
di trovare tanto interesse,
verso il cibo,in modo così sublime
in un uomo che nella vita si è occupato d'altro,
La messa in opera di una vita ad osservare, gustare,
carpire i segreti della cucina, le curiosità,
gli aspetti apparentemente scontati, e quelli insoliti.

Il mio invito?
!LEGGERLO!