"CUORE NERO"
frollini cacao e nocciole
INGREDIENTI (per circa 1 kg di biscotti)
-
Per la frolla al cacao e nocciole
-
280 g di burro a temperatura ambiente
-
180 g di zucchero a velo
-
2 g di sale
-
5 g di vaniglia in polvere
-
60 g di albume
-
450 g di farina debole setacciata
-
25 g di cacao setacciato
-
160 g di nocciole frullate finemente
-
Per
farcire
-
qb marmellata di arance
-
Per
decorare/impiattare
-
qb zucchero a velo
PREPARAZIONE
Per
la frolla al cacao e nocciole
In
planetaria (dopo aver applicato la frusta) monto burro, zucchero a velo, sale e la polvere di vaniglia.
Quest'ultima la incorporo al burro per avere la massima resa.
E' importante che le spezie siano incorporate in abbinamento ad un grasso,
sia questo burro, olio, tuorlo d'uovo,...
questo fa si che la piccola quantità di spezie
ci dia la massima propagazione nel preparato.
Il composto deve assumere una consistenza cremosa.
A questo punto il nostro impasto può essere ridotto in un panetto dello spessore di uno/due centimetri, lo si avvolge con la pellicola e lo si abbatte a +4°C
In mancanza dell'abbattitore è possibile
preparare l'impasto il giorno precedente
e lasciarlo tutta la notte in frigorifero.
A questo punto incorporo a filo gli albumi introducendoli direttamente dal tubo alimentatore mentre il composto continua a montare in planetaria.
A parte setaccio il cacao e la farina, unisco la farina di nocciole e amalgamo fra loro le polveri.
Sulla planetaria ora monto la foglia, verso in un sol colpo le polveri e aziono la planetaria avendo cura di non lavorare troppo l'impasto.
Non abbiamo bisogno di creare la maglia glutinica, i biscotti dovranno essere scioglievoli ma croccanti. Proprio per renderli croccanti, questa ricetta prevede di impiegare solo l'albume e non le uova intere.
Ora è possibile stendere l'impasto: l'ideale è farlo con la sfogliatrice per avere uno spessore uniforme e quindi una cottura perfetta dei biscotti, in alternativa io lo stendo con la macchina per la pasta o il mattarello.
Cerco di ottenere uno spessore uniforme di 3-4 mm
Con lo stampo ricavo dei biscotti a forma di cuore e li adagio man mano sulla teglia rivestita di carta-forno avendo cura di lasciarli distanziati fra loro per impedire che si uniscano fra loro in cottura.
Inforno i biscotti per 10-12 minuti.
Il tempo varia in base allo spessore del biscotto.
Tolti dal forno devono risultare ancora morbidi, sarà con il raffreddamento che assumono la giusta consistenza.
Il
forno dovrà essere preriscaldato a 170°C (forno statico)
Una volta sfornati i biscotti vanno lasciati raffreddare a temperatura ambiente in modo naturale.
I cuori neri possono essere serviti così
oppure spolverati con zucchero a velo
oppure accoppiati e farciti con marmellata di arance.
In questo ultimo caso si capovolgono la metà dei biscotti realizzati e, con l'aiuto di una sac a poche, si dressa, su ogni biscotto, la marmellata avendo cura di lasciare libero il bordo per circa 4-5 mm; con gli altri biscotti andiamo ad accoppiare i cuori neri.
Dopo averli adagiati su un piatto li possiamo spolverare con zucchero a velo.
Il connubio cacao amaro e arancia è senza dubbio sublime
CONSERVAZIONE/SERVIRE
I cuori neri (farciti) vanno conservati in frigorifero ma gustati a temperatura ambiente.
E' preferibile farcire solo quelli che si vogliono consumare in giornata.
Quelli senza farcitura (con o senza zucchero a velo) si conservano per 3 mesi in scatole di latta o vasi di vetro a temperatura ambiente.
...E' simpatico pensare come, a volte, ci si ritrova a leggere un libro per caso,
come ci si può innamorare di quello che troviamo narrato,
come possiamo trovarci ispirazione, nozioni, motivi di crescita,
stimoli per andare avanti in una direzione e, a volte,
molto di quello che anche noi viviamo, cerchiamo, pensiamo,
ma magari non siamo così bravi a metterlo su carta.
Uno di questi libri è
La Fisiologia del Gusto
di J.A. Brillant Savarin
Quando ho pensato di dar vita a questo blog
ho focalizzato l'attenzione su quello che volevo in qualche modo "raccontare".
Pensare che poteva essere un blog di pasticceria fine a se stesso
mi sembrava un gesto riduttivo,
innanzitutto perché le mie conoscenze in pasticceria erano, e sono,
davvero ancora ad un livello base;
poi perché volevo ci fossero altri elementi che potessero prendere vita,
altri aspetti che potessero colorare queste pagine.
Ho pensato a come spesso si sottovalutano i diversi modi con cui si gusta un cibo,
quindi ho pensato ai sensi ed al loro compito di "accompagnarci" a gustare un cibo,
soprattutto un dolce.
La vista:
e quindi gli occhi che voluttuosi cercano i colori accattivanti,
le forme piacevoli, gli impiattamenti simpatici se non addirittura artistici,
a tratti sorprendentemente minimalisti,
con contrasti di colori, giochi di consistenze;
polveri, granelle, creme,
che giocano fra loro per invitarci a prendere parte al banchetto.
L'olfatto:
i profumi che pervadono e stimolano il nostro desiderio
di conoscerne anche il gusto di quanto stiamo ammirando,
profumi di spezie, intensi, dolci, amari;
profumi che ci rapiscono e ci stregano.
L'udito:
i suoni che sprigionano le stoviglie
mentre prepariamo il nostro boccone prelibato,
i suoni che provengono dal laboratorio per dare vita al dolce
Musica soave di invito al banchetto.
Il tatto:
le diverse consistenze che sfiorano le nostre dita,
niente di più bello che mangiare un mignon con le mani,
sentire la sfoglia fragile fra le dita,
una frolla pronta per sbriciolarsi delicatamente
la consistenza vellutata di una crema.
Il gusto:
il più importante di tutti
Non ci riempirebbe di tante soddisfazioni se non abbinato agli altri sensi.
Provate a gustare un dolce ad occhi chiusi, col naso tappato.
Una differenza abissale, quasi impossibile stabilire quello che stiamo mangiando,
con la mancanza della vista che riconosce le forme e i colori delle preparazioni,
o con la mancanza del profumo che rende tutto uguale a se stesso.
Poi ho pensato all'arte nelle sue forme più svariate
che si esercitano e si "gustano" anch'esse attraverso i sensi:
la pittura, la scultura, la musica, la scrittura,
l'arte della pasticceria
fatta di spezie, di profumi, di colori...
Poi volevo ci fosse, a cornice di tutto questo, un luogo a me tanto caro:
il Perù coi suoi suoni, profumi, luoghi, persone, colori, ...
cornice che è anche lo sfondo di questo blog
Altro
non ho potuto fare che rimanere incantata
da
quanto già scritto in seconda di copertina di questo libro:
"Nel
considerare i piaceri della tavola
sotto
i più diversi aspetti,
m'ero
reso conto da tempo che in questo campo
c'era
da fare qualcosa di meglio di un semplice libro di cucina,
e
che molto si poteva dire su funzioni così essenziali,
così continue
e che influiscono
così
direttamente sulla salute, sulla felicità e persino sugli affari.
Una
volta stabilità quest'idea madre,
tutto
il resto è venuto da se:
mi sono guardato intorno, ho preso appunti, e
spesso,
in
mezzo ai più sontuosi banchetti,
il
piacere di osservare mi ha salvato dalla noia conviviale.
Certo,
per tener fede agli impegni che m'ero prefissato,
ho
dovuto improvvisarmi fisico, chimico, fisiologo
e
persino,in una certa misura erudito"
Pubblicata
anonima nel 1825, la Fisiologia del gusto alterna a
riflessioni sui cinque sensi, descrizioni e aneddoti, digressioni
filosofiche e di costume, notazioni scientifiche.
Uno
spirito di osservazione e curiosità che lo ha portato ad essere,
Impareggiabile
"homme d'esprit", secondo la definizione di Balzac,
Brillant Savarin, del cibo non coglie tanto l'aspetto edonistico
ma
soprattutto quello sociale
ed è questo che rende la sua opera così
moderna.
Un
uomo,vissuto dal 1755 al 1826
magistrato,
diplomatico, musicista,
rifugiato
a Losanna e poi a New York,
Consigliere
alla Corte di Cassazione in Fancia.
Scrisse
saggi di carattere giuridico ed economico,
ma
la grande sorpresa, un anno prima della morte,
con la pubblicazione di
La
Fisiologia del Gusto
Difficile
farne un sunto, difficile scegliere i passaggi più interessanti,
in
un uomo che decide di scrivere questo libro
"limitandomi
a riordinare materiale raccolto da un pezzo;
è
un occupazione piacevole, che avevo tenuta in serbo per la vecchiaia"
Difficile descrivere la sorpresa
di
trovare tanto interesse,
verso
il cibo,in modo così sublime
in
un uomo che nella vita si è occupato d'altro,
La
messa in opera di una vita ad osservare, gustare,
carpire
i segreti della cucina, le curiosità,
gli
aspetti apparentemente scontati, e quelli insoliti.
Il mio invito?
!LEGGERLO!
INGREDIENTI (per circa 1 kg di biscotti)
Per la frolla al cacao e nocciole
280 g di burro a temperatura ambiente
180 g di zucchero a velo
2 g di sale
5 g di vaniglia in polvere
60 g di albume
450 g di farina debole setacciata
25 g di cacao setacciato
160 g di nocciole frullate finemente
Per
farcire
qb marmellata di arance
Per
decorare/impiattare
qb zucchero a velo
In planetaria (dopo aver applicato la frusta) monto burro, zucchero a velo, sale e la polvere di vaniglia.
Quest'ultima la incorporo al burro per avere la massima resa.
E' importante che le spezie siano incorporate in abbinamento ad un grasso,
sia questo burro, olio, tuorlo d'uovo,...
questo fa si che la piccola quantità di spezie
ci dia la massima propagazione nel preparato.
ci dia la massima propagazione nel preparato.
Il composto deve assumere una consistenza cremosa.
A questo punto il nostro impasto può essere ridotto in un panetto dello spessore di uno/due centimetri, lo si avvolge con la pellicola e lo si abbatte a +4°C
A questo punto il nostro impasto può essere ridotto in un panetto dello spessore di uno/due centimetri, lo si avvolge con la pellicola e lo si abbatte a +4°C
In mancanza dell'abbattitore è possibile
preparare l'impasto il giorno precedente
e lasciarlo tutta la notte in frigorifero.
A parte setaccio il cacao e la farina, unisco la farina di nocciole e amalgamo fra loro le polveri.
Sulla planetaria ora monto la foglia, verso in un sol colpo le polveri e aziono la planetaria avendo cura di non lavorare troppo l'impasto.
Non abbiamo bisogno di creare la maglia glutinica, i biscotti dovranno essere scioglievoli ma croccanti. Proprio per renderli croccanti, questa ricetta prevede di impiegare solo l'albume e non le uova intere.
Cerco di ottenere uno spessore uniforme di 3-4 mm
Con lo stampo ricavo dei biscotti a forma di cuore e li adagio man mano sulla teglia rivestita di carta-forno avendo cura di lasciarli distanziati fra loro per impedire che si uniscano fra loro in cottura.
Inforno i biscotti per 10-12 minuti.
Il tempo varia in base allo spessore del biscotto.
Tolti dal forno devono risultare ancora morbidi, sarà con il raffreddamento che assumono la giusta consistenza.
Il forno dovrà essere preriscaldato a 170°C (forno statico)
Una volta sfornati i biscotti vanno lasciati raffreddare a temperatura ambiente in modo naturale.
I cuori neri possono essere serviti così
oppure spolverati con zucchero a velo
oppure accoppiati e farciti con marmellata di arance.
Dopo averli adagiati su un piatto li possiamo spolverare con zucchero a velo.
Il connubio cacao amaro e arancia è senza dubbio sublime
E' preferibile farcire solo quelli che si vogliono consumare in giornata.
Quelli senza farcitura (con o senza zucchero a velo) si conservano per 3 mesi in scatole di latta o vasi di vetro a temperatura ambiente.
...E' simpatico pensare come, a volte, ci si ritrova a leggere un libro per caso,
come ci si può innamorare di quello che troviamo narrato,
come possiamo trovarci ispirazione, nozioni, motivi di crescita,
stimoli per andare avanti in una direzione e, a volte,
molto di quello che anche noi viviamo, cerchiamo, pensiamo,
ma magari non siamo così bravi a metterlo su carta.
Uno di questi libri è
La Fisiologia del Gusto
di J.A. Brillant Savarin
Quando ho pensato di dar vita a questo blog
ho focalizzato l'attenzione su quello che volevo in qualche modo "raccontare". Pensare che poteva essere un blog di pasticceria fine a se stesso
mi sembrava un gesto riduttivo,
innanzitutto perché le mie conoscenze in pasticceria erano, e sono,
davvero ancora ad un livello base;
poi perché volevo ci fossero altri elementi che potessero prendere vita,
altri aspetti che potessero colorare queste pagine.
Ho pensato a come spesso si sottovalutano i diversi modi con cui si gusta un cibo,
quindi ho pensato ai sensi ed al loro compito di "accompagnarci" a gustare un cibo,
soprattutto un dolce.
La vista:
e quindi gli occhi che voluttuosi cercano i colori accattivanti,
le forme piacevoli, gli impiattamenti simpatici se non addirittura artistici,
a tratti sorprendentemente minimalisti,
con contrasti di colori, giochi di consistenze;
polveri, granelle, creme,
che giocano fra loro per invitarci a prendere parte al banchetto.
L'olfatto:
i profumi che pervadono e stimolano il nostro desiderio
di conoscerne anche il gusto di quanto stiamo ammirando,
profumi di spezie, intensi, dolci, amari;
profumi che ci rapiscono e ci stregano.
L'udito:
i suoni che sprigionano le stoviglie
mentre prepariamo il nostro boccone prelibato,
i suoni che provengono dal laboratorio per dare vita al dolce
Musica soave di invito al banchetto.
Il tatto:
le diverse consistenze che sfiorano le nostre dita,
niente di più bello che mangiare un mignon con le mani,
sentire la sfoglia fragile fra le dita,
una frolla pronta per sbriciolarsi delicatamente
la consistenza vellutata di una crema.
Il gusto:
il più importante di tutti
Non ci riempirebbe di tante soddisfazioni se non abbinato agli altri sensi.
Provate a gustare un dolce ad occhi chiusi, col naso tappato.
Una differenza abissale, quasi impossibile stabilire quello che stiamo mangiando,
con la mancanza della vista che riconosce le forme e i colori delle preparazioni,
o con la mancanza del profumo che rende tutto uguale a se stesso.
Poi ho pensato all'arte nelle sue forme più svariate
che si esercitano e si "gustano" anch'esse attraverso i sensi:
la pittura, la scultura, la musica, la scrittura,
l'arte della pasticceria
fatta di spezie, di profumi, di colori...
Poi volevo ci fosse, a cornice di tutto questo, un luogo a me tanto caro:
il Perù coi suoi suoni, profumi, luoghi, persone, colori, ...
cornice che è anche lo sfondo di questo blog
Altro
non ho potuto fare che rimanere incantata
da
quanto già scritto in seconda di copertina di questo libro:
"Nel
considerare i piaceri della tavola
sotto
i più diversi aspetti,
m'ero
reso conto da tempo che in questo campo
c'era
da fare qualcosa di meglio di un semplice libro di cucina,
e
che molto si poteva dire su funzioni così essenziali,
così continue e che influiscono
così continue e che influiscono
così
direttamente sulla salute, sulla felicità e persino sugli affari.
Una
volta stabilità quest'idea madre,
tutto
il resto è venuto da se:
mi sono guardato intorno, ho preso appunti, e
spesso,
in
mezzo ai più sontuosi banchetti,
il
piacere di osservare mi ha salvato dalla noia conviviale.
Certo,
per tener fede agli impegni che m'ero prefissato,
ho
dovuto improvvisarmi fisico, chimico, fisiologo
e
persino,in una certa misura erudito"
Pubblicata
anonima nel 1825, la Fisiologia del gusto alterna a
riflessioni sui cinque sensi, descrizioni e aneddoti, digressioni
filosofiche e di costume, notazioni scientifiche.
Uno spirito di osservazione e curiosità che lo ha portato ad essere,
Uno spirito di osservazione e curiosità che lo ha portato ad essere,
Impareggiabile
"homme d'esprit", secondo la definizione di Balzac,
Brillant Savarin, del cibo non coglie tanto l'aspetto edonistico
ma soprattutto quello sociale
ed è questo che rende la sua opera così moderna.
Brillant Savarin, del cibo non coglie tanto l'aspetto edonistico
ma soprattutto quello sociale
ed è questo che rende la sua opera così moderna.
Un
uomo,vissuto dal 1755 al 1826
magistrato,
diplomatico, musicista,
rifugiato
a Losanna e poi a New York,
Consigliere
alla Corte di Cassazione in Fancia.
Scrisse
saggi di carattere giuridico ed economico,
ma
la grande sorpresa, un anno prima della morte,
con la pubblicazione di
La
Fisiologia del Gusto
Difficile
farne un sunto, difficile scegliere i passaggi più interessanti,
in
un uomo che decide di scrivere questo libro
"limitandomi
a riordinare materiale raccolto da un pezzo;
è
un occupazione piacevole, che avevo tenuta in serbo per la vecchiaia"
Difficile descrivere la sorpresa
di trovare tanto interesse,
di trovare tanto interesse,
verso
il cibo,in modo così sublime
in
un uomo che nella vita si è occupato d'altro,
La
messa in opera di una vita ad osservare, gustare,
carpire
i segreti della cucina, le curiosità,
gli
aspetti apparentemente scontati, e quelli insoliti.
Il mio invito?
!LEGGERLO!
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