lunedì 25 aprile 2016

TIRAMISÙ in vasetto

!Intramontabile!
un classico della pasticceria italiana

Miti e leggende sulla nascita del tiramisù.
C'è chi pone le sue origini a Siena, come dolce preparato in occasione di una visita del 
Gran Duca Cosimo III De Medici e denominato "zuppa del duca".
Fra i ristoranti che ne annoverano la paternità troviamo i trevigiani 
"El Toulà" e"Al Fogher".
C'è chi racconta che fu creato da un pasticcere di Torino per "sostenere" il Conte Cavour durante l'unificazione d'Italia.
CarminAntonio Iannacone, in un articolo pubblicato dal Washington Post, asseriva di esserne stato il creatore negli anni settanta quando risiedeva ancora a Treviso.
La rivista il "gastronauta" attribuisce la paternità
 al ristorante "alle beccherie".
Fonti giornalistiche recenti lo collocano in Carnia, un menù  dell'epoca lo cita
 in un albergo di Roma: creatori Norma Pielli e Beppino Del Fabbro gestori del ristorante dal 1947 al 1969.
A Pieris sostengono che già negli anni quaranta questo dolce veniva servito al ristorante "Il Vetturino".

Quanti dubbi!
Non so voi io lo trovo sublime al di là di ogni dubbio!


INGREDIENTI (per circa 8 vasetti) 
  • 16    savoiardi 
  • 250 gr mascarpone
  • 2     uova medie
  • 2     cucchiai colmi di zucchero 
  • 4     tazzine di caffè 
  • 5-7 meringhette sbriciolate
  • cacao amaro per spolverare
PREPARAZIONE

Nella planetaria monto a neve ben ferma gli albumi. Le uova devono essere assolutamente fresche, visto che non vanno in cottura, per evitare rischi di contaminazione. Inoltre l'unico vero segreto per avere una montatura a neve soffice è la freschezza! niente aggiunta di sale, uova fredde di frigorifero, ed altri miti ... semplicemente fresche!
Successivamente creo una crema spumosa con i tuorli e lo zucchero. Si riconosce la giusta preparazione quando il colore diviene biancastro e il profumo non è più quello d'uovo ma di un composto nuovo e zuccheroso. 


Io per praticità faccio fare il "lavoro sporco" alla planetaria. 
Per guadagnare tempo prima monto gli albumi a neve 
e li trasferisco in una bacinella capiente, 
poi (senza bisogno di lavare la planetaria) monto i tuorli con lo zucchero.
Mai invertire i processi, se l'albume è "sporco"  
nessun trucco vi aiuterà ad avere una montatura a neve soffice. 

Alla crema di tuorli e zucchero incorporo il mascarpone e lavoro sino a che i due composti sono perfettamente amalgamati.
Trasferisco la crema ottenuta nella ciotola contenente gli albumi montati a neve. Con movimenti lenti, e sempre dal basso verso l'alto, incorporo la crema all'albume. 
Attenzione a non smontare l'albume: il composto deve  rimanere soffice.

Nei vasetti adagio piccoli pezzetti di savoiardi inzuppati di caffè e ricopro con un primo strato di crema. Poi adagio altri pezzetti di biscotto e nuovamente la crema. 
Io mi aiuto con la sac a poche per evitare che la crema sporchi  eccessivamente i vasetti e dosare correttamente la quantità. Non serve nessun beccuccio, basta un taglio con le forbici della punta.
Infine spolvero con cacao amaro e briciole di meringhette.


Il vantaggio di avere il tiramisù nei vasetti vi permette:
 un figurone garantito a livello estetico,
la facilità di servire in tavola,
la possibilità di gustare più porzioni senza sfacciatamente chiedere il bis. 
Come?
Nascondete il vasetto vuoto dietro la bottiglia del vino 
e fingete di non essere ancora stati serviti! 
Funziona sempre!
:-)

Nella ricetta originale non è previsto l'albume. Io trovo però che con l'albume sia più soffice e gustoso senza appesantire.
Se siete golosoni di panna montata niente di meglio che un tenero ciuffetto che finge di essere un tappo e successiva spolverata di cacao.

Rigorosamente consumato freddo e non prima di due ore dalla preparazione.
Per i più scrupolosi le uova possono essere montate a bagnomaria in modo da pastorizzarle. 
Io mi rifornisco nel pollaio dei miei genitori. 
Quattro gallinelle spennachiate con la passione di deporre, quotidianamente,
uova dal gusto inconfondibile!



Eccoli infiocchettati! 
Ora basta tapparli!



Accostati con cautela fra loro in un contenitore 
ieri sono stati infilati nello zainetto di Daniele 
che è sfrecciato in moto a Brembate da amici.

!Un dolce da viaggio per  giovani centauri!
:-)

Grazie per i complimenti della famiglia Locatelli che si sta rivelando 
un'ottima "cavia" ai miei esperimenti

Se avete dei bicchieri particolari, magari antichi, in cristallo, 
oppure colorati o, perché no, di forme diversi l'uno dall'altro, 
vi potete sbizzarrire nella creazione di vasetti/bicchieri ad effetto!





In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe. 
" Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. 
E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. 
Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. 
Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro. 
Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe. 
" C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .
Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. 
E io mi annoio per ciò. 
Ma se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. 
Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. 
Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. 
l tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. 
E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? 
Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. 
E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. 
Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. 
Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe." 
gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla.
 Comprano dai mercanti le cose già fatte. 
Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. 
Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. 
Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. 
Le parole sono una fonte di malintesi. 
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. 
Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi;
scoprirò il prezzo della felicità! 
Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… 
Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. 
C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! 
Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, 
"Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. 
Voi siete come era la mia volpe. 
Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. 
Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, 
è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata. 
Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, 
Perché è lei che ho riparato col paravento. 
Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). 
Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. 
Perché è la mia rosa" 
E ritornò dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. 
"Ecco il mio segreto. 
E' molto semplice: 
non si vede bene che col cuore. 
L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi", 
ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" 
sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità. 
Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. 
Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…." 
Ripeté il piccolo principe per ricordarselo.



"Ecco il mio segreto. E' molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi ."




DANUBIO "salato"

Questa sorta di torta composta da piccole briochine a forma di pallina
è entrata nel pieno della tradizione con il nome di Danubio o Torta Danubiana. 

Giovanni Scaturchio, calabrese d'origine e con moglie austriaca,
negli anni venti inizia ha produrre, nella sua pasticceria a Napoli, dolci nuovi: 
Strudel, Sacher ed il Buchteln presto italianizzato in 
Briochina dolce del Danubio

Io oggi ho realizzato la versione salata
tutta dedicata ad Antonella: un'amante appassionata del salato!
:-)



INGREDIENTI 
(per circa 30 "palline" tortiera diametro 30 cm ) 
  • 550 g farina Manitoba tipo 0
  • 30   g zucchero semolato
  • 200 ml latte fresco
  • 1/2  panetto di lievito fresco
  • 50   ml di olio extravergine d'oliva fruttato
  • 10   g di sale fine
  • 1     uovo intero
  • per la farcitura
  • qualche fettina di speck
  • una fettina di formaggio brie
  • un mazzetto di erbe aromatiche
  • una fettina di gorgonzola
  • per la copertura
  • 1     tuorlo
  • 20 ml di latte
  • semi di papavero o semi di sesamo nero
  • semi di sesamo bianco




La preparazione del danubio è di fatto molto veloce, ci sono però tempi d'attesa piuttosto lunghi perché abbiamo una doppia lievitazione.
Ovviamente fra una lievitazione e l'altra possiamo dedicarci ad altro!

L'ideale è un intero pomeriggio 
così avrete un perfetto aperitivo per quando arrivano gli amici.
Oppure fatelo il sabato pomeriggio e la domenica dovete solo intiepidirlo in forno.
Ideale per un picnic in riva al fiume. 

Pratico da portarsi  in giro e la possibilità di avere più gusti in un solo piatto di portata. 


PREPARAZIONE

Nel latte tiepido sciolgo il panetto di lievito.
Nella planetaria setaccio la farina con il sale e lo zucchero ed aziono a velocità lenta.  
Aggiungo, attraverso il tubo alimentatore, 
il latte (nel quale ho sciolto il lievito), l'olio e l'uovo stracciato. 
Lascio impastare per una decina di minuti, l'impasto diviene liscio, omogeneo ed elastico.
Lo trasferisco in una ciotola, opportunamente infarinata e coperta, 
adatta alla lievitazione. 
Da tener conto che l'impasto deve raddoppiare senza essere compresso, 
quindi una ciotola capiente.

Trascorse due ore l'impasto si presenta gonfio, liscio
 ed almeno il doppio del volume iniziale.
Lo divido in trenta piccoli pezzettini.

Farcisco i bocconcini in due diversi modi:


15 bocconcini con speck e brie. 

Lo speck ed il brie li riduco in piccoli pezzettini 

per non ritrovarmi con un ripieno eccessivo in un solo punto della pallina.
15 bocconcini con gorgonzola ed erbe aromatiche.
Le erbe aromatiche tritate fini ed il gorgonzola in briciole.
Se vi piacciono le noci potete mettere qualche briciola in entrambe le palline.

Le farciture le posiziono all'interno dei bocconcini di pasta e
aiutandomi col palmo della mano creo delle palline 
il più possibile simili fra loro.


Faccio un primo giro nella tortiera con le palline speck e brie
Il secondo giro con le palline gorgonzola ed erbe aromatiche,
le palline centrali nuovamente con speck e brie.
Spennello l'intera superficie delle palline col tuorlo d'uovo mescolato al latte.
Il tuorlo in cottura renderà il danubio dorato!
Sulle palline con speck e brie cospargo i semi di papavero (o semi di sesamo nero) 
ed i semi di sesamo bianco li impiego per cospargere le palline
al gorgonzola ed erbe aromatiche.
La diversa decorazione ci permette di distinguere la farcitura 
e quindi di scegliere cosa gustare.

Potete decidere farciture diverse da queste, in base al gusto personale, alla stagione. 
Si possono anche mettere più gusti in un solo danubio per soddisfare il gusto di tutti. 
Sarà sufficiente cospargere la superficie in vari modi: 
origano, trito fine di erbe aromatiche, timo, maggiorana, ...

Lascio nuovamente lievitare le palline così adagiate nella tortiera per almeno un ora.
quando il forno (ventilato) sarà alla temperatura di 160° inforno per 25-30 minuti.
Il danubio va servito caldo o almeno tiepido, 
accompagnato con un buon prosecco.

...buon appetito...

Al mio mancano alcune palline?
Giusto il tempo di cercare la macchina fotografica 
che i  lupi di casa si erano gettati sul piatto di portata;
non servono nemmeno coltello e piattini 
le palline si staccano con le mani 
e sono così piccole che si mangiano in pochi bocconi
non ho trovato briciole e le bocche erano già vuote!
 
...Vienna...




... sul bel danubio blu ...


martedì 12 aprile 2016

LIQUORE alla ROSA SELVATICA

I cinorridi sono i frutti della rosa canina, sono simili a bacche. Quando sono a completa maturazione assumono un vivace colore rosso, generalmente prima dell'inverno.
Si deve attendere oltre un mese prima di degustare questo profumo di rosa.

La rosa canina ha diverse proprietà tra cui quella diuretica e lassativa.

E' utilizzata per alleviare i disturbi renali, 
e per aiutare in caso di stitichezza.
Inoltre la vitamina A che contiene è benefica per il sistema immunitario. 
Può aiutare a prevenire le infezioni da batteri e virus. 
Aiuta il sistema immunitario a combattere eventuali infezioni anche recidivanti.

Beh direi che quindi abbiamo motivi validi per degustare questo liquore al piacevole profumo di rosa.

I cinorridi li ho trovati nel giardino di Vittoria a fine inverno...




INGREDIENTI (per circa 1 litro di liquore ) 
  • una manciata di cinorridi maturi di rosa canina
  • 500 ml di alcool a 95°
  • 300 g di zucchero semolato
  • 500 ml di acqua

PREPARAZIONE

Metto a macerare in un vaso ermetico  i cinorridi con l'alcool per almeno tre settimane, al buio e mescolando di tanto in tanto. I cinorridi vanno semplicemente lavati ed asciugati.

Preparo lo sciroppo mettendo sul fuoco un pentolino capiente con acqua e zucchero, mescolando con la frusta sino a quando lo zucchero, completamente sciolto, avrà reso lo sciroppo di un colore trasparente.
Attendo che lo sciroppo si raffredda prima di unire l'alcool opportunamente filtrato.
Lascio ancora al buio qualche settimana. 
A me piace lasciare nella bottiglia qualche cinorrido che continua a rilasciare le sue proprietà.




!Eccolo pronto!




AMORE E PSICHE



...sono i due protagonisti della storia che narra Apuleio: le Metamorfosi.
Psiche, donna mortale di bellezza pari a Venere, sposa Cupido-Amore
 che le si presenta solo nell'oscurità della notte.
Una notte Psiche, istigata dalle sorelle gelose, 
con l'aiuto di una lampada ad olio
 decide di vedere il volto dell'amante. 





La bramosia le sarà fatale:
una goccia d'olio cade dalla lampada ed ustiona il giovane amante.
Venere sottoporrà Psiche a diverse prove.
Solo alla fine, straziata nel corpo e nello spirito, 
riceve l'aiuto di Giove che, mosso da compassione,
fa in modo che i due amanti si riuniscano.

Psiche diviene dea e sposa di Eros.
Nascerà la figlia ...Voluttà...




Come se l’
amore forte si esprimesse soltanto attraverso la debolezza.
Ed è per questo 
motivo che ci consola
di una 
storia d’amore
solo la parte più dolorosa,
e ci disinteressiamo del lieto fine.”

“Perché forte come la morte è l’amore,
 tenace come gli inferi la passione.”




...non è il bacio fine a se stesso...
ma l'attesa dello stesso
tutto quello che avviene prima,
e le emozioni che lo precedono
che lo rendono speciale
...
il bacio

sarebbe come dare importanza a degli studi 
ed annullare le emozioni:
l'arte è emozione!


domenica 10 aprile 2016

CHEESECAKE AI FRUTTI  ROSSI

Mi piace molto il cheesecake ma si presenta sempre difficile da servire in tavola,
la base di biscotto rimane aderente al piatto di portata, 
si rompe la fetta nell'adagiarla nei piattini, 
le fette, se troppo grandi, rischiano di stancare, 
e la decorazione casca sempre  sul più bello lasciando l'occhio insoddisfatto.

Ecco all'ora questa idea:
!cheesecake in vasetto/bicchiere!

...vasetti/bicchieri monoporzione, non troppo grandi ed adatti per una festa a buffet 
insieme ad altri dolci sempre in vaso o se si preferisce  al bicchiere, 
oppure con piccola pasticceria.

Comodi per mangiare e  chiacchierare con gli amici 
senza spostarsi con piattino forchetta e tovagliolo 
e col vantaggio del "rischio zero di sbrodolarsi" 
e la fortuna sfacciata di poter assaggiare più dolci in una sola festa 
senza uscirne nauseati!


INGREDIENTI (per circa 6 vasetti/bicchieri) 
  • per la base
  • 120 g di biscotti secchi sbriciolati
  • 50   g di burro fuso
  • un cucchiaio di zucchero di canna (solo se siete zuccherosi)
  • per la crema allo yogurt
  • 230 g    di yogurt bianco o al limone
  • 100 ml  di panna fresca da montare
  • per la copertura
  • 200 g di fragole
  • 100 g di zucchero a velo
  • 10    ml di succo di limone
  • per decorare
  • foglioline di menta
  • mirtilli o frutti di bosco 

    PREPARAZIONE 

    Innanzitutto preparo la base di biscotto. I biscotti devono essere ben sbriciolati ma non polverosi, vi unisco lo zucchero e amalgamo bene poi aggiungo il burro leggermente fuso facendo attenzione a non cuocerlo!! 
    Deve risultare un composto omogeneo e umidiccio. Lo lavoro con un cucchiaio di legno.
    Con un cucchiaino adagio il composto sul fondo di ogni vasetto/bicchiere e con l'aiuto del pressa-caffè rendo il composto compatto e di spessore omogeneo. E' molto semplice perché i vasetti/bicchieri trasparenti permettono la visione di quel che stiamo facendo!
    Per rendere lo strato ben compatto metto in frigorifero i vasetti/bicchieri mentre preparo il resto. 

    Monto a neve ben ferma la panna fresca  (fredda di frigorifero!) poi lentamente incorporo lo yogurt facendo attenzione a non smontare la panna. I movimenti devono essere lenti e sempre dal basso verso l'alto.
    Io non amo i dolci troppo zuccherosi, ma se voi siete dolcissimi potete utilizzare yogurt dolce, o zuccherare lo yogurt bianco. Io ho usato yogurt al limone per creare giusto contrasto al gusto dolce della fragola.

    Metto il composto in una sac a poche e  distribuisco il composto nei vasetti/bicchieri. 
    L'uso della sac a poche permette di non sporcare i vasetti e rendere l'effetto visivo perfetto!
    Dopo ogni passaggio è importante abbassare sempre la temperatura in frigorifero.
    In questo modo ogni strato non si mescola con il successivo e rimane più compatto.
    Sarebbe necessaria un ora fra un passaggio e l'altro.

    La copertura la preparo frullando le fragole con il succo di limone. Fragole ben asciutte per non annacquare la composta. 
    Alla fine incorporo lo zucchero a velo con la frusta.
    E' una composta veloce perché a freddo e così  si conservano il colore e le vitamine (termosensibili)
    In alternativa è possibile impiegare della confettura di fragole se ne avete in dispensa.
    A scelta, invece delle fragole, si possono utilizzare frutti di bosco misti.



    La guarnizione con le foglioline di menta ed i frutti di bosco va fatta al momento di servire così la menta rimane più fresca e di colore brillante ed i frutti di bosco rimangono compatti e non rilasciano liquido sulla copertura.


    Se vi piace il cioccolato fondente provate con qualche goccia di cioccolato.
    Fragole e cioccolato sono sempre una combinazione vincente!


    Il cheesecake può essere preparato anche il giorno prima, attenzione alle giornate calde: panna e yogurt potrebbero diventare acidi se lasciati troppo tempo fuori dal frigorifero.

    Come vedete non sono amante della perfezione, fra uno strato e l'altro la linea non è perfetta, ma del resto io sono convinta che, sul lungo periodo, la perfezione "stanca"

    !Ci si innamora con più facilità di un difetto!





    Fernando Botero

    Figlio di un rappresentante di commercio e destinato a diventare un torero, durante gli studi al liceo e poi all'Istituto di Belle Arti di Medellín, esprime la passione per il disegno dipingendo acquarelli che hanno per modelli prevalentemente i tori e le corride. 
    Illustra supplementi domenicali.
    Vive un periodo a Bogotà poi, con i primi soldi, inizia a viaggiare in Europa.
    Torna in Colombia dove insegna all'accademia d'arte ma rimanendo pur sempre osteggiato.
    Si trasferisce a New York, il Museum of Modern Art di New York acquista "Monna Lisa all'età di dodici anni" ma la sua prima mostra viene molto criticata.




    Botero si divide fra New York, Bogotà ed Europa, 
    il trasferimento a Parigi sancisce l'inizio scultoreo.
    diviene artista amatissimo e ricercato,
    le sue grandi tonde serene sculture fanno bella mostra in parchi,
    giardini e musei di tutto il mondo.
    le mostre richiamano un pubblico sempre più vasto.













    Padre commesso viaggiatore, mamma casalinga. 
    Quale fu la reazione della famiglia alla scelta di vivere di arte? 
    «Mamma mi lasciò libero di scegliere. Persi papà a 4 anni. Saliva sul suo mulo e andava in giro per le Ande a vendere mercanzia. Stava lontano da casa anche 20 giorni filati. Una vita dura. Come quella di mia madre che si ritrovò vedova con tre figli. È stata una fase estremamente difficile. Calcoli che poi eravamo nella morsa della crisi del post crollo della Borsa di Wall Street, dopo il 1929. Che tempi...». 
    Ora che è fra gli artisti più pagati, che rapporto ha col denaro?
    «Ho la fortuna di poter pensare ad altro, di concentrarmi su quello che mi piace fare. Non penso ai soldi, ecco».
    Quando crea, c'è più sofferenza o più gioia?


    «Nulla mi procura più piacere del dipingere. Ora, da quando non sono stato bene, la scultura è diventata un problema, per cui ho smesso di scolpire. Per il resto, la pittura è ciò che mi dà più gioia. E sicuramente è un antidoto contro le difficoltà della vita, aiuta a liberarsi dalle preoccupazioni e angosce».


    Per esempio?

    «Ho perso un figlio in un incidente stradale... Dipingere mi ha aiutato». 
    A quale tela è particolarmente affezionato?


    «Al ritratto del mio bambino morto in un incidente. 
    È in un museo colombiano».



    Che rapporto ha con la fama?

    «Nessuno. Sono tutto preso a lavorare. Peccato, non me la godo».

    Perché Botero è una leggenda vivente?

    «Perché i miei lavori non si prestano a interpretazioni. Li guardi e li capisci».
    Lei dipinge donne grasse, eppure sua moglie è magra... 
    «La bellezza nell'arte non ha niente a che vedere con quella della vita reale. L'arte tende a deformare. Sono due tipi di bellezza diversa. Più la bellezza del mondo concreto entra nell'arte e più l'arte diventa superficiale. Se uno prende una modella fascinosa e le fa un ritratto, il quadro è stupido. Le grandi bellezze dell'arte, nella vita reale non erano affatto belle, anzi».