TIRAMISÙ in vasetto
!Intramontabile!un classico della pasticceria italiana
Miti e leggende sulla nascita del tiramisù.
C'è chi pone le sue origini a Siena, come dolce preparato in occasione di una visita del
Gran Duca Cosimo III De Medici e denominato "zuppa del duca".
Fra i ristoranti che ne annoverano la paternità troviamo i trevigiani
"El Toulà" e"Al Fogher".
C'è chi racconta che fu creato da un pasticcere di Torino per "sostenere" il Conte Cavour durante l'unificazione d'Italia.
CarminAntonio Iannacone, in un articolo pubblicato dal Washington Post, asseriva di esserne stato il creatore negli anni settanta quando risiedeva ancora a Treviso.
La rivista il "gastronauta" attribuisce la paternità
al ristorante "alle beccherie".
Fonti giornalistiche recenti lo collocano in Carnia, un menù dell'epoca lo cita
Fonti giornalistiche recenti lo collocano in Carnia, un menù dell'epoca lo cita
in un albergo di Roma: creatori Norma Pielli e Beppino Del Fabbro gestori del ristorante dal 1947 al 1969.
A Pieris sostengono che già negli anni quaranta questo dolce veniva servito al ristorante "Il Vetturino".
Quanti dubbi!
Non so voi io lo trovo sublime al di là di ogni dubbio!
Non so voi io lo trovo sublime al di là di ogni dubbio!
INGREDIENTI (per circa 8 vasetti)
- 16 savoiardi
- 250 gr mascarpone
- 2 uova medie
- 2 cucchiai colmi di zucchero
- 4 tazzine di caffè
- 5-7 meringhette sbriciolate
- cacao amaro per spolverare
PREPARAZIONE
Nella planetaria monto a neve ben ferma gli albumi. Le uova devono essere assolutamente fresche, visto che non vanno in cottura, per evitare rischi di contaminazione. Inoltre l'unico vero segreto per avere una montatura a neve soffice è la freschezza! niente aggiunta di sale, uova fredde di frigorifero, ed altri miti ... semplicemente fresche!
Successivamente creo una crema spumosa con i tuorli e lo zucchero. Si riconosce la giusta preparazione quando il colore diviene biancastro e il profumo non è più quello d'uovo ma di un composto nuovo e zuccheroso.
Alla crema di tuorli e zucchero incorporo il mascarpone e lavoro sino a che i due composti sono perfettamente amalgamati.
Trasferisco la crema ottenuta nella ciotola contenente gli albumi montati a neve. Con movimenti lenti, e sempre dal basso verso l'alto, incorporo la crema all'albume.
Attenzione a non smontare l'albume: il composto deve rimanere soffice.
Nei vasetti adagio piccoli pezzetti di savoiardi inzuppati di caffè e ricopro con un primo strato di crema. Poi adagio altri pezzetti di biscotto e nuovamente la crema.
Io mi aiuto con la sac a poche per evitare che la crema sporchi eccessivamente i vasetti e dosare correttamente la quantità. Non serve nessun beccuccio, basta un taglio con le forbici della punta.
Infine spolvero con cacao amaro e briciole di meringhette.
Successivamente creo una crema spumosa con i tuorli e lo zucchero. Si riconosce la giusta preparazione quando il colore diviene biancastro e il profumo non è più quello d'uovo ma di un composto nuovo e zuccheroso.
Io per praticità faccio fare il "lavoro sporco" alla planetaria.
Per guadagnare tempo prima monto gli albumi a neve
e li trasferisco in una bacinella capiente,
poi (senza bisogno di lavare la planetaria) monto i tuorli con lo zucchero.
Mai invertire i processi, se l'albume è "sporco"
nessun trucco vi aiuterà ad avere una montatura a neve soffice.
Trasferisco la crema ottenuta nella ciotola contenente gli albumi montati a neve. Con movimenti lenti, e sempre dal basso verso l'alto, incorporo la crema all'albume.
Attenzione a non smontare l'albume: il composto deve rimanere soffice.
Nei vasetti adagio piccoli pezzetti di savoiardi inzuppati di caffè e ricopro con un primo strato di crema. Poi adagio altri pezzetti di biscotto e nuovamente la crema.
Io mi aiuto con la sac a poche per evitare che la crema sporchi eccessivamente i vasetti e dosare correttamente la quantità. Non serve nessun beccuccio, basta un taglio con le forbici della punta.
Infine spolvero con cacao amaro e briciole di meringhette.
Il vantaggio di avere il tiramisù nei vasetti vi permette:
un figurone garantito a livello estetico,
la facilità di servire in tavola,
la possibilità di gustare più porzioni senza sfacciatamente chiedere il bis.
Come?
Nascondete il vasetto vuoto dietro la bottiglia del vino
e fingete di non essere ancora stati serviti!
Funziona sempre!
:-)
Nella ricetta originale non è previsto l'albume. Io trovo però che con l'albume sia più soffice e gustoso senza appesantire.
Se siete golosoni di panna montata niente di meglio che un tenero ciuffetto che finge di essere un tappo e successiva spolverata di cacao.
Rigorosamente consumato freddo e non prima di due ore dalla preparazione.
Per i più scrupolosi le uova possono essere montate a bagnomaria in modo da pastorizzarle.
Io mi rifornisco nel pollaio dei miei genitori.
Quattro gallinelle spennachiate con la passione di deporre, quotidianamente,
uova dal gusto inconfondibile!
uova dal gusto inconfondibile!
Accostati con cautela fra loro in un contenitore
ieri sono stati infilati nello zainetto di Daniele
che è sfrecciato in moto a Brembate da amici.
!Un dolce da viaggio per giovani centauri!
:-)
Grazie per i complimenti della famiglia Locatelli che si sta rivelando
un'ottima "cavia" ai miei esperimenti
Se avete dei bicchieri particolari, magari antichi, in cristallo,
oppure colorati o, perché no, di forme diversi l'uno dall'altro,
vi potete sbizzarrire nella creazione di vasetti/bicchieri ad effetto!
In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe.
" Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini.
E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me.
Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi.
Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell'altro.
Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."
" Comincio a capire", disse il piccolo principe.
" C'è un fiore…. Credo che mi abbia addomesticato…"
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .
Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano.
E io mi annoio per ciò.
Ma se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata.
Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra.
l tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica.
E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano?
Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla.
E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro.
Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato.
Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe."
gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla.
Comprano dai mercanti le cose già fatte.
Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici.
Se tu vuoi un amico addomesticami!"
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba.
Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi.
Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino…."
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice.
Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi;
scoprirò il prezzo della felicità!
Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…
Ci vogliono i riti".
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore.
C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso!
Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe,
"Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno.
Voi siete come era la mia volpe.
Non era che una volpe uguale a centomila altre.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi.
Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola,
è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiata.
Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro,
Perché è lei che ho riparato col paravento.
Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle).
Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere.
Perché è la mia rosa"
E ritornò dalla volpe.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe.
"Ecco il mio segreto.
E' molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi".
" L'essenziale è invisibile agli occhi",
ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…"
sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità.
Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato.
Tu sei responsabile della tua rosa…"
" Io sono responsabile della mia rosa…."
Ripeté il piccolo principe per ricordarselo.
Se avete dei bicchieri particolari, magari antichi, in cristallo,
oppure colorati o, perché no, di forme diversi l'uno dall'altro,
vi potete sbizzarrire nella creazione di vasetti/bicchieri ad effetto!
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, " sei molto carino…"
"Sono la volpe", disse la volpe.
" Vieni a giocare con me", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Non sei di queste parti, tu", disse la volpe" che cosa cerchi?"
" Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.
" Che cosa vuol dire addomesticare?"
" Gli uomini" disse la volpe" hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi le galline?"
"No", disse il piccolo principe. " Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?"
" E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…"
" Creare dei legami?"
" Certo", disse la volpe.
" Comincio a capire", disse il piccolo principe.
"E' possibile", disse la volpe "capita di tutto sulla terra…"
"Oh! Non è sulla terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembrò perplessa:
" Su un altro pianeta?"
" Sì"
" Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
" No"
" Questo mi interessa! E delle galline?"
" No"
" Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.
Ma la volpe ritornò alla sua idea:
" La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me .
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
" Per favore …..addomesticami", disse.
" Volentieri", rispose il piccolo principe, " ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".
" Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe."
" Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
" Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe.
" In principio tu ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba.
Il piccolo principe ritornò l'indomani.
" Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.
" Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice.
Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi;
" Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe.
" Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe.
" E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore.
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe,
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano".
soggiunse:
" Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo".
"Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
" Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno.
Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
" Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi.
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere.
" Addio", disse.
"Addio", disse la volpe.
" L'essenziale è invisibile agli occhi",
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…"
" Gli uomini hanno dimenticato questa verità.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato.
" Io sono responsabile della mia rosa…."
"Ecco il mio segreto. E' molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi ."
non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi ."