domenica 10 aprile 2016

CHEESECAKE AI FRUTTI  ROSSI

Mi piace molto il cheesecake ma si presenta sempre difficile da servire in tavola,
la base di biscotto rimane aderente al piatto di portata, 
si rompe la fetta nell'adagiarla nei piattini, 
le fette, se troppo grandi, rischiano di stancare, 
e la decorazione casca sempre  sul più bello lasciando l'occhio insoddisfatto.

Ecco all'ora questa idea:
!cheesecake in vasetto/bicchiere!

...vasetti/bicchieri monoporzione, non troppo grandi ed adatti per una festa a buffet 
insieme ad altri dolci sempre in vaso o se si preferisce  al bicchiere, 
oppure con piccola pasticceria.

Comodi per mangiare e  chiacchierare con gli amici 
senza spostarsi con piattino forchetta e tovagliolo 
e col vantaggio del "rischio zero di sbrodolarsi" 
e la fortuna sfacciata di poter assaggiare più dolci in una sola festa 
senza uscirne nauseati!


INGREDIENTI (per circa 6 vasetti/bicchieri) 
  • per la base
  • 120 g di biscotti secchi sbriciolati
  • 50   g di burro fuso
  • un cucchiaio di zucchero di canna (solo se siete zuccherosi)
  • per la crema allo yogurt
  • 230 g    di yogurt bianco o al limone
  • 100 ml  di panna fresca da montare
  • per la copertura
  • 200 g di fragole
  • 100 g di zucchero a velo
  • 10    ml di succo di limone
  • per decorare
  • foglioline di menta
  • mirtilli o frutti di bosco 

    PREPARAZIONE 

    Innanzitutto preparo la base di biscotto. I biscotti devono essere ben sbriciolati ma non polverosi, vi unisco lo zucchero e amalgamo bene poi aggiungo il burro leggermente fuso facendo attenzione a non cuocerlo!! 
    Deve risultare un composto omogeneo e umidiccio. Lo lavoro con un cucchiaio di legno.
    Con un cucchiaino adagio il composto sul fondo di ogni vasetto/bicchiere e con l'aiuto del pressa-caffè rendo il composto compatto e di spessore omogeneo. E' molto semplice perché i vasetti/bicchieri trasparenti permettono la visione di quel che stiamo facendo!
    Per rendere lo strato ben compatto metto in frigorifero i vasetti/bicchieri mentre preparo il resto. 

    Monto a neve ben ferma la panna fresca  (fredda di frigorifero!) poi lentamente incorporo lo yogurt facendo attenzione a non smontare la panna. I movimenti devono essere lenti e sempre dal basso verso l'alto.
    Io non amo i dolci troppo zuccherosi, ma se voi siete dolcissimi potete utilizzare yogurt dolce, o zuccherare lo yogurt bianco. Io ho usato yogurt al limone per creare giusto contrasto al gusto dolce della fragola.

    Metto il composto in una sac a poche e  distribuisco il composto nei vasetti/bicchieri. 
    L'uso della sac a poche permette di non sporcare i vasetti e rendere l'effetto visivo perfetto!
    Dopo ogni passaggio è importante abbassare sempre la temperatura in frigorifero.
    In questo modo ogni strato non si mescola con il successivo e rimane più compatto.
    Sarebbe necessaria un ora fra un passaggio e l'altro.

    La copertura la preparo frullando le fragole con il succo di limone. Fragole ben asciutte per non annacquare la composta. 
    Alla fine incorporo lo zucchero a velo con la frusta.
    E' una composta veloce perché a freddo e così  si conservano il colore e le vitamine (termosensibili)
    In alternativa è possibile impiegare della confettura di fragole se ne avete in dispensa.
    A scelta, invece delle fragole, si possono utilizzare frutti di bosco misti.



    La guarnizione con le foglioline di menta ed i frutti di bosco va fatta al momento di servire così la menta rimane più fresca e di colore brillante ed i frutti di bosco rimangono compatti e non rilasciano liquido sulla copertura.


    Se vi piace il cioccolato fondente provate con qualche goccia di cioccolato.
    Fragole e cioccolato sono sempre una combinazione vincente!


    Il cheesecake può essere preparato anche il giorno prima, attenzione alle giornate calde: panna e yogurt potrebbero diventare acidi se lasciati troppo tempo fuori dal frigorifero.

    Come vedete non sono amante della perfezione, fra uno strato e l'altro la linea non è perfetta, ma del resto io sono convinta che, sul lungo periodo, la perfezione "stanca"

    !Ci si innamora con più facilità di un difetto!





    Fernando Botero

    Figlio di un rappresentante di commercio e destinato a diventare un torero, durante gli studi al liceo e poi all'Istituto di Belle Arti di Medellín, esprime la passione per il disegno dipingendo acquarelli che hanno per modelli prevalentemente i tori e le corride. 
    Illustra supplementi domenicali.
    Vive un periodo a Bogotà poi, con i primi soldi, inizia a viaggiare in Europa.
    Torna in Colombia dove insegna all'accademia d'arte ma rimanendo pur sempre osteggiato.
    Si trasferisce a New York, il Museum of Modern Art di New York acquista "Monna Lisa all'età di dodici anni" ma la sua prima mostra viene molto criticata.




    Botero si divide fra New York, Bogotà ed Europa, 
    il trasferimento a Parigi sancisce l'inizio scultoreo.
    diviene artista amatissimo e ricercato,
    le sue grandi tonde serene sculture fanno bella mostra in parchi,
    giardini e musei di tutto il mondo.
    le mostre richiamano un pubblico sempre più vasto.













    Padre commesso viaggiatore, mamma casalinga. 
    Quale fu la reazione della famiglia alla scelta di vivere di arte? 
    «Mamma mi lasciò libero di scegliere. Persi papà a 4 anni. Saliva sul suo mulo e andava in giro per le Ande a vendere mercanzia. Stava lontano da casa anche 20 giorni filati. Una vita dura. Come quella di mia madre che si ritrovò vedova con tre figli. È stata una fase estremamente difficile. Calcoli che poi eravamo nella morsa della crisi del post crollo della Borsa di Wall Street, dopo il 1929. Che tempi...». 
    Ora che è fra gli artisti più pagati, che rapporto ha col denaro?
    «Ho la fortuna di poter pensare ad altro, di concentrarmi su quello che mi piace fare. Non penso ai soldi, ecco».
    Quando crea, c'è più sofferenza o più gioia?


    «Nulla mi procura più piacere del dipingere. Ora, da quando non sono stato bene, la scultura è diventata un problema, per cui ho smesso di scolpire. Per il resto, la pittura è ciò che mi dà più gioia. E sicuramente è un antidoto contro le difficoltà della vita, aiuta a liberarsi dalle preoccupazioni e angosce».


    Per esempio?

    «Ho perso un figlio in un incidente stradale... Dipingere mi ha aiutato». 
    A quale tela è particolarmente affezionato?


    «Al ritratto del mio bambino morto in un incidente. 
    È in un museo colombiano».



    Che rapporto ha con la fama?

    «Nessuno. Sono tutto preso a lavorare. Peccato, non me la godo».

    Perché Botero è una leggenda vivente?

    «Perché i miei lavori non si prestano a interpretazioni. Li guardi e li capisci».
    Lei dipinge donne grasse, eppure sua moglie è magra... 
    «La bellezza nell'arte non ha niente a che vedere con quella della vita reale. L'arte tende a deformare. Sono due tipi di bellezza diversa. Più la bellezza del mondo concreto entra nell'arte e più l'arte diventa superficiale. Se uno prende una modella fascinosa e le fa un ritratto, il quadro è stupido. Le grandi bellezze dell'arte, nella vita reale non erano affatto belle, anzi».




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